‘Sei nell’anima’: fermo immagine di un’emozione che va oltre lo schermo

Il biopic targato Netflix narra la vita turbolenta e rivoluzionaria di Gianna Nannini, un racconto graffiante che coglie l’anima rock dagli esordi fino al successo, nel 1983.

Sguardo fisso in camera, sorriso imbarazzato, occhi irrequieti.
«La felicità è una stanza da qualche parte con dentro il pianoforte».
Inizia così, Sei nell’anima, il primo biopic dedicato alla vita di Gianna Nannini. Diretto da Cinzia TH Torrini e scritto dalla stessa insieme a Cosimo Calamini, Donatella Diamanti e a Gianna Nannini, il film targato Netflix è tratto dall’autobiografia Cazzi miei, pubblicata nel 2016.
Nel cast troviamo Letizia Toni, Selene Caramazza, Maurizio Lombardi, e Stefano Rossi Giordani, con la partecipazione di Andrea Delogu, che interpreta la giovane Mara Maionchi.

Il film si colloca all’interno del filone di successo dedicato alle vite dei grandi autori della musica italiana, ma, a differenza degli altri, si sofferma sui viaggi emotivi della protagonista restituendoli come demoni personali che danzano nel buio.

«Il dolore è inevitabile, la sofferenza è facoltativa»

La trama di Sei nell’anima

Sei nell’anima è una finestra aperta sui primi trent’anni di Gianna Nannini. Racconta i fatti e il percorso artistico della cantante, un viaggio nella mente e nella vita rivoluzionaria della prima donna ad aver portato il rock in Italia. La parabola artistica e personale della Nannini (Letizia Toni) parte dalle colline senesi e si sposta a Milano dove avviene l’incontro con Mara Maionchi (Andrea Delogu), che sarà la prima a credere nel suo talento. Ma a Milano Gianna trova anche quella che poi diventerà la sua compagna di vita: Carla (Selene Caramazza), il suo uno più uno. Ma la cantante fatica ad arrivare in vetta alle classifiche di vendita per via del suo animo ribelle. La sua scalata verso il successo sarà lunga e dolorosa. E dovrà toccare il fondo per rinascere.

Sei tutto ciò che hai

Il 1983 rappresenta l’anno della rinascita dell’artista. La trama di Sei nell’anima si sviluppa tra flashback e momenti di vita quotidiana. I fatti si susseguono perdendosi tra fotografie cupe, frasi sussurrate e urla. Il carattere animoso e ribelle della cantante, marchio di fabbrica anche nei testi, la porta a scontrarsi con l’autoritarismo del padre. Il suo diventa un girovagare pericoloso e spericolato in un mondo fatto di sesso, droga e rock’n roll. Non a caso i primi successi sono all’insegna della trasgressione e dell’impudenza. E tutto quello che conta si nasconde dietro una semplice scritta sullo specchio fatta con il rossetto. Sei nell’anima è il ritratto più intimo di un’artista che ha fatto la storia della musica italiana. E se il film appare a tratti didascalico e prevedibile, con un tratto eccessivamente morbido in più punti, riesce lo stesso a restituire tutte le sfumature di un personaggio poliedrico, profondo, a tratti disturbato, ma sempre e infinitamente umano.

“Non comprometterti mai, sei tutto ciò che hai“

La malattia mentale

Insetti che si arrampicano sugli strumenti, scarafaggi che corrono, voci, demoni e puzza di gas. Immagini distopiche che fanno da corollario al disagio. La seconda parte del film affronta il delicato tema della malattia mentale. Ed è proprio qui che Sei nell’anima cambia registro. Abbandona lo stile di fiction romanzata per aggiungere intensità, rabbia, paura. Ci si addentra nelle profondità oscure della psiche tormentata della Nannini. L’artista si perde tra i meandri della sua mente frammentata, è una, nessuna e centomila. Il dolore è portato in scena con un taglio lisergico. Il film va oltre la semplice narrazione biografica, mostra il processo creativo che si nasconde dietro alcuni dei più grandi successi della Nannini, esplorandone le paure e tormenti che sono la vera e propria ossatura dei pezzi della cantante.
La regista, Cinzia TH Torrini, umanizza in modo molto profondo la protagonista, dipingendola come un faro anticonformista che vive secondo le proprie regole, infrangendo tabù e diventando vittima di se stessa. Unicità e talento di cui è davvero difficile rendere giustizia. Fotografie e frammenti personali che regalano un ritratto inedito dell’artista ribelle che tutti conosciamo.

La rivelazione, Letizia Toni

Non si può che parlare di rivelazione. Letizia Toni è carismatica, incisiva, semplicemente perfetta nel ruolo di Gianna Nannini. In Sei nell’anima, si trasforma letteralmente in lei, ne assume le movenze dentro e fuori, il tono di voce, gli sguardi, il sorriso. Fascino acerbo e voce graffiante. Perfetta persino quando si mette al pianoforte e inizia a cantare con la sua voce creando una performance tale da impreziosire un racconto sincero e profondo, fortemente voluto dalla stessa Gianna Nannini.
Classe 1993, Letizia Toni si è fatta conoscere con Re Minore (2020), la serie tv L’allieva (2016) e Zoroastro (2017).
Con Sei nell’anima arriva per lei la consacrazione grazie una performance intensa e straordinaria.

«Perché rinascere è più bello che nascere»

Il libro Cazzi miei

Il libro racconta a briglia sciolta i travagli interiori dell’artista. Quasi fosse una seduta di psicoterapia, descrive ampiamente ciò che si cela nei meandri nella mente dove, tra suoni, rumori e persone, tutto va come non può andare fra i normali. I fatti salienti si accumulano passo dopo passo descrivendo scene di vita quotidiana con un linguaggio comune e tagliente. Un mondo dove la ragione è divisa, ossessionata dai numeri, e anche la personalità è divisa, persa tra mille personaggi che si allontanano dalla realtà.
Non c’è dolore più acuto della pazzia.

«Nella mente c’è un dolore che non ha rimedio, un dolore che porto dentro da chissà quanti secoli.»

Il trailer del film “Sei nell’anima”

Recensione pubblicata su Taxi Drivers del 2 maggio 2024

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