«Ho impiegato 70 anni per capire qualche cosa, spero che ce ne sia ancora qualcun altro per capire ancora meglio. Del resto non basta una vita per capire la vita!»
Si racconta così Leo Gullotta, a Taormina per ricevere l’ennesimo Nastro d’argento. Un artista a tutto tondo: professionale, poliedrico, rigoroso e curioso. Non si è fatto mancare nulla nella sua carriera. Attore di teatro, cinema e doppiatore. E poi anche tanto varietà. Indimenticabile attore della compagnia del Bagaglino, dove ha ottenuto immensa popolarità con il personaggio della signora Leonida. «Ben ventidue anni di varietà. Sono molto grato a quel programma perché mi ha fatto entrare nelle case degli italiani». E oggi, a 70 suonati, traccia un piccolo bilancio. «Salute ottima, il cuore benissimo, la testa ottimamente. Sono stato certamente una persona fortunata. Un bilancio sicuramente positivo.»
Era il 1987 e riceveva il suo primo Nastro d’argento per il film il Camorrista. Da allora i Nastri sono diventati tanti. Quanto è importante e attuale questo film?
«Ho preso tre nastri per tre film diversi. A questo se ne è aggiunto un quarto per i 50 anni della carriera. Quest’anno i Nastri d’argento compiono 70 anni, la mia stessa età. Il sindacato dei giornalisti ha voluto festeggiare il ricordo de “Il Camorrista”, un film di culto, di Giuseppe Tornatore con questo premio speciale. E’ stato un film molto importante, di grande impegno civile e di denuncia. Possiamo dire che questo film, oggi, fa da pendant con Gomorra. E quindi Tornatore di allora va di pari passo con Garrone di oggi così come lo scrittore Roberto Saviano con Giuseppe Marrazzo, il bravissimo giornalista della Rai che scrisse il libro “Il camorrista” dal quale appunto è stato tratto il film. Questo è un premio che viene dato proprio per festeggiare questo film.»
Possiamo dire 70 anni e non sentirli?
«Beh, come posso dire per giocare… Ho impiegato 70 anni per capire qualche cosa, spero che ce ne sia ancora qualcun altro per capire ancora meglio. Del resto non basta una vita per capire la vita!»
70 anni: un bilancio della sua carriera.
«Ottimo. Salute ottima, il cuore benissimo, la testa ottimamente. (sorride). Sono stato certamente una persona fortunata. Lo studio è stato importante, così come la conoscenza, la disciplina e punti di riferimento come Salvo Randone o Turi Ferro, tanto per citarne alcuni. Un bilancio sicuramente positivo. Poi si cresce guardandosi attorno, cercando di capire. Chiudersi dentro una stanzetta e non entrare in sintonia con chi ci sta accanto non ha senso. Bisogna saper sorridere e soprattutto saper dare un sorriso.»
Non soltanto cinema ma anche televisione e varietà. Mi viene in mente la sua straordinaria interpretazione della signora Leonida.
«Sono molto grato a quel programma. Mi ha fatto entrare nelle case degli italiani. Ben ventidue anni di varietà.»
Rifarebbe un varietà?
«Credo che le cose si debbano fare nel momento giusto, per lo meno se lavori con professionalità, con un senso. Se una fa sempre “a stissa cosa”…»
Lei è anche molto impegnato da un punto di vista sociale.
«Penso che dovremmo esserlo tutti. Bisogna avere un’idea della vita, bisogna cercare di creare una società migliore per i figli. Stare sempre “assittati ‘nda seggia” è una situazione passiva, penso.»
Manca poco al prossimo referendum. Lei cosa voterà?
«Io sono per il no.»
Perché?
«Perché non funziona il si, semplice! Non è che ‘stammu iucannu’, è una cosa importante. Perché tutti parlano di Costituzione però alla fine non la fanno nemmeno leggere a scuola! Quindi siate curiosi, cercate di sapere perché scegliere si, se volete il si, o perché scegliere no se volte il no. Però siate coscienti. La Costituzione nel nostro paese è una cosa importante.»