“E’ necessario cercare di cambiare la percezione dei governi locali e fare capire che le persone che si sono occupate dell’emergenza dei rifiuti devono cambiare le loro abitudini. Noi tutti dobbiamo fare la differenziata perché i rifiuti sono per noi una risorsa. Credo però che questo sia un cambiamento che prenderà spazio lentamente. Quando vado al supermercato e c’è un imballaggio troppo pesante, lo lascio là, così come bisogna vietare le buste di plastica. Ci sono tantissime cose che noi possiamo fare perché siamo noi a governare il mondo. La responsabilità è nelle nostre mani”. Jeremy Irons.
Come sceglie i ruoli da interpretare?
«Non esistono piccoli ruoli, magari ci sono ruoli che hanno soltanto qualche immagine. Inevitabilmente quando si invecchia i ruoli interessanti diminuiscono e quindi spesso partecipi a ruoli minori, ma non esistono film minori secondo me. Il ruolo del cattivo, spesso, è molto più interessanti del buoni, ma quello che mi piace fare è riuscire a poter pagare le bollette con i miei film e interpretare un ruolo bene, che si tratti di protagonista o meno.»
Quanto conta la tecnica per un attore?
«Se ti affidi solo alla tecnica alla fine rimani deluso. Devi chiaramente utilizzarla, ma l’obiettivo deve essere quello di trovare le emozioni. Per cui la tecnica diventa un aiuto, non un punto di arrivo. Ciò di cui hai bisogno è riuscire a sentire quell’onda e per mezzo della tecnica resterai concentrato su quell’emozione.»
Che rapporto ha con i registi?
«Credo che lavorare con un regista del quale ti fidi ti permetta di abbandonarti completamente. Spesso quando giri una scena guardi il monitor per controllare come sei andato. Se lavorassi con un regista di cui mi fido, mi abbandonerei completamente.»
Ma nella sua professione è importante anche la voce.
«Mi piace comunicare con gli altri e mi piace condividere perché sono un essere umano.»
Quando non è sul set cosa fa?
«Quindici anni fa mi sono stufato di fare il lavoro di attore e quando ti annoi ti comporti come una persona noiosa. Così mi sono trasferito in Irlanda e ho trovato una grande casa medievale con una torre. L’ho comprata, ristrutturata, mi sono occupato della direzione lavori e in sei anni l’ho trasformata nel luogo più bello che abbia mai visto ed è il luogo più straordinario in cui abbia mai vissuto.»
Ha più volte menzionato Papa Bergoglio.
«Credo che Papa Francesco sia un principe, è un uomo straordinario e un Papa che ha capito a pieno il suo ruolo.»
Possiamo definirla un attore anomalo?
«Quando ho iniziato questo mestiere ero molto giovane e pensavo che fosse bellissimo. Con il passare del tempo, invece, cominci ad amare meno gli alberghi e preferisci passare più tempo a casa. Quando devo diventare un personaggio lo divento perché devo essere quel personaggio, è una cosa che mi piace, mi emoziona, mi dà stimoli ed energie; mi piace meno il circuito che c’è intorno.»