La serie, un sensazionale thriller di spionaggio ambientato a metà degli anni Settanta, racconta le avventure di un agente nord-vietnamita inviato in America alla fine della guerra del Vietnam.
Ricominciare. Ricordare. Rieducare. E soprattutto riscrivere. Inizia così Il Simpatizzante, un thriller di spionaggio tratto dall’omonimo libro vincitore del premio Pulitzer scritto da Viet Thanh Nguyen. La nuova miniserie targata HBO, disponibile in esclusiva su Sky, ha per protagonisti la vincitrice degli Emmy, Sandra Oh, e il premio Oscar Robert Downey Jr.
Il Simpatizzante è creata, prodotta e diretta da Park Chan-wook che ne è anche sceneggiatore e produttore esecutivo.
Nel cast: Hoa Xuande, Sandra Oh, Robert Downey Jr, Fred Nguyen Khan.
La serie, in sette puntate, racconta le avventure di una spia comunista infiltrata nell’esercito del Vietnam del Sud, costretta a scappare in esilio in una comunità di rifugiati negli Stati Uniti, dove continua segretamente la sua attività di spionaggio per conto dei Vietcong.
«Ogni guerra viene combattuta due volte: la prima sul campo di battaglia, la seconda nella memoria»
Una storia nella storia
“Riscrivi… e questa volta ricorda tutto“. Il protagonista di questa storia è un Capitano senza nome (Hoa Xuande) che, prigioniero, torna all’isolamento e alla solitudine della sua scrivania da scrittore. E ricomincia da capo. “Sono una spia, un dormiente, uno spettro, un uomo dai due volti”. La telecamera si abbassa davanti al prigioniero, per poi spostarsi sul gigantesco volto di Charles Bronson, issato sul tendone di un palazzo del cinema a Saigon, riportandoci in un Vietnam molto diverso.
Il nostro narratore senza nome è un doppio agente: un capitano della polizia segreta del Vietnam del Sud appoggiata dagli Stati Uniti e una talpa per i comunisti del Nord. Assistiamo alla rivisitazione della sua vita: l’uomo si ritrova in prigione, essendo stato catturato dalla sua stessa parte. Gli viene detto di riferire tutto ciò che gli è successo, e mentre scrive pensieri, dettagli e ricordi, le decisioni cambiano forma e vengono rafforzate o ricreate.
Il simpatizzante è la storia di un uomo intrappolato tra due mondi. Raccontato principalmente attraverso i flashback e le confessioni che il Capitano scrive mentre si trova in prigione. Le sue parole sono un’autogiustificazione e il suo finale viene rifiutato perchè troppo hollywoodiano. Ma che storia dovrebbe raccontare? La sua missione è quella di sopravvivere. La narrazione fuori campo ci ricorda continuamente che stiamo guardando una rivisitazione imperfetta. Il Capitano va oltre se stesso, deve tornare indietro e rispiegare. Ancora e ancora.
Elegante e sorprendentemente divertente
Il simpatizzante è di sicuro una delle migliori serie targate HBO. Una storia che funziona su tutti i fronti: la guerra del Vietnam, i rifugiati, il dopoguerra. É satira elegante che diverte in modo cupo soffermandosi sulla follia e sulla crudeltà del colonialismo e del comunismo. Viene rappresentato il punto di vista vietnamita che denigra, in maniera maliziosa, il cliché del conflitto da parte dell’America liberale. Come dice lo stesso protagonista all’inizio: «In America si chiama Guerra del Vietnam, in Vietnam si chiama La Guerra Americana».
La testa di Charles Bronson che capeggia sullo schermo è la prima vera e pesante introduzione alla presenza degli Stati Uniti. Più che materiale promozionale di un film, appare un vero e proprio stile di vita. É tutto molto artificioso, senza sostanza, e mentre il narratore è spinto a cedere al fascino per gli Stati Uniti, lo stesso sogno viene ridotto a una serie di significati vuoti fatti di scatole e bottiglie di Coca-Cola.
«Nonostante tutto, davanti al niente, sono ancora un rivoluzionario»
Attraverso il tempo e lo spazio tutto si muove avanti e indietro a un ritmo frenetico, quasi vertiginoso. In ciascuno dei sette episodi vediamo la spia alle prese con un compito specifico da svolgere, ed è proprio questo a conferire slancio alla serie. Dal presente si passa al passato. Ê il 1975 e in Vietnam si decide la guerra tra Nord e Sud, tra comunismo e capitalismo. Come in un puzzle si inseriscono tasselli su tasselli e, questo approccio che, come una matrioska, nasconde pezzi di narrazione all’interno di altri pezzi funziona perfettamente.
Una satira, quella de Il Simpatizzante, che non vuole insegnare nulla se non approfondire. E poi c’è Robert Downey Jr., magnifico e versatile nei diversi ruoli che interpreta indossando pesanti protesi. Ci sono tante scene meravigliose che mostrano esattamente quello che è successo ai rifugiati sudvietnamiti fuggiti negli Stati Uniti dopo la guerra. E i campi di rieducazione vietnamiti.
L’importanza della memoria
«In America si chiama Guerra del Vietnam, in Vietnam si chiama La Guerra Americana». Il significato più profondo di questa affermazione è l’importanza della memoria nella creazione del mito nazionale. Il Capitano è descritto come un uomo moralmente superiore, perché simpatizza con tutti gli aspetti della guerra, nonostante in realtà non sembri capirne niente. E sono proprio queste dualità contrastanti l’obiettivo principale della serie. Il Capitano tiene tutto insieme mentre cerca di trovare la propria identità tra i pezzi disparati delle parti che è costretto a interpretare. Un quadro contro la guerra vista dalla prospettiva storicamente repressa dei vietnamiti.
Il romanzo “The Sympathizer”
La serie riesce ad adattare il romanzo da cui è tratta, “The Sympathizer” in maniera soddisfacente. Lo scrittore Viet Thanh Nguyen ha vinto il Premio Pulitzer nel 2016 per la narrativa, l’Edgar Award 2016 per il miglior primo romanzo e l’Andrew Carnegie Award per la narrativa.
Ovviamente la serie non è bella quanto il libro che scava davvero a fondo nella mente della spia, ma la cinematografia, l’estetica e la tensione che si riverbera nei personaggi sorprendono e la rendono estremamente godibile.
Il trailer della serie Il simpatizzante
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