Gianluca Grignani: vorrei essere stato amato di più
Gianluca Grignani

I suoi occhi sono accesi, pizzicano. Le sue espressioni dicono che è esattamente la persona che appare: determinata, ma con mille fragilità. «Vorrei essere stato abbracciato di più o amato di più. Così sarei più dolce». Si racconta così Gianluca Grignani, a poche ore dal concerto a Taormina, nella splendida cornice del Teatro Antico. Un Grignani sensibile, fragile, pancia più che testa, che fa fatica ad esternare la sua dolcezza. «Mia madre è una donna dura, molto dura». Un uomo segnato dal difficile rapporto con la madre, alla quale ha dedicato una canzone molto commovente contenuta nell’album “A volte esagero”. Il ritratto inedito di un personaggio diverso da quello che la stampa ha mostrato negli ultimi tempi.

Il nuovo album “A volte esagero” contiene il brano “Madre”, dedicato appunto a sua madre. Che rapporto ha con lei?

«Mia madre è una donna dura, molto dura. Mi è stato più volte chiesto come mai non cercassi mai mia madre. La risposta l’ho ottenuta attraverso uno psichiatra che mi ha spiegato che tutto era legato al fatto che lei non c’era quando la cercavo, perché era il suo modo di educarmi. Quando poi ho chiesto a mia madre lei mi ha risposto di averlo fatto apposta perché dovevo crescere così».

E suo padre?

Mio padre c’era però diciamo che mia madre è una donna forte. Se io fossi stato una madre non sarei stata così, lei invece…

Lei ha quattro figli. Che padre è?

«Sono complicato, mi faccio mille paranoie, ho paura di sbagliare, voglio sempre essere all’altezza della situazione. Non voglio fare l’errore che i miei figli abbiano paura di me perché sono una persona abbastanza chiusa. Ti faccio un esempio su tutti. I miei figli entrano in camera mia senza nessun timore, spalancando la porta magari mentre dormo, perché in quel momento stanno cercando la mamma che è in giro per casa. Invece c’è gente che non lo farebbe mai. Questo è il mio carattere e il fatto che non abbiano paura di me mi fa piacere, sanno che in realtà sono un buono, anche se ho un modo di fare molto burbero, probabilmente dovuto a come sono stato cresciuto. Sanno che per loro ci sarò sempre».

Cosa cambierebbe del tuo passato?

Vorrei essere stato abbracciato di più o essere amato di più. Così sarei più dolce.

Quindi non pensa di essere tanto dolce?

«Non so esternare la mia dolcezza perché è una dolcezza interna, molto personale, molto mia. Io non sono capace di accarezzare».

La canzone a cui è più legato qual è?

«L’amore che non sai».

Perché?

«Perché tu mi ami come non mi hanno amato mai».

Ma non è il titolo di una sua canzone?

«E’ un inciso. Ho capito che mia moglie non poteva comprendere una canzone così importante proprio perché, da bambina, è stata amata talmente tanto da non potere capire cosa voglia dire non essere stati amati. Quindi non può comprendere l’amore che una persona prova quando non gli è mai stato dato».

Il Suo nuovo album si intitola “A volte esagero”. Perché questo titolo?

«Perché io sono passato dall’essere un adolescente con una coscienza adesso non esistenzialista ad essere un adulto, quindi un uomo che vive nel sociale. A volte esagero vuol dire che, vivendo compressi dalla società, ad un certo punto diventa inevitabile scoppiare. E’ un po’ come quando scecheri una lattina. Ad un certo punto dovrà necessariamente esplodere. Questo fa parte purtroppo parte della nostra società, nel bene e nel male».

L’ultimo album contiene dei brani particolari:  “Il mostro” e “Maryenne”. A chi sono dedicati?

Il mostro è dedicato ad una mia amica che è andata a Medjugorje per uscire da una situazione difficile; Marianne, invece, è una ragazza immaginaria.

Quanto è cambiato il suo modo di scrivere rispetto all’album precedente “Natura umana”?

«Fondamentalmente penso di essere diventato più bravo a scrivere. Con gli anni sono migliorato».

Angela Failla

© Intervista pubblicata su Visto Tv