Il grande attore è il protagonista del cortometraggio sul femminicidio “Preludio”.
«Il cinema ha il dovere di raccontare certe verità. Le donne sono fondamentali, senza di loro non saremmo niente»
Un uomo tormentato da mille fantasmi, istrionico, a tratti nevrotico e irriverente, ma al contempo uno dei più bravi e longevi attori italiani. Sguardo diretto e un talento innato che gli è valso, nel 1994, il David di Donatello come miglior attore non protagonista per il film “Per amore, solo per amore”. Determinato, ma con mille fragilità. Lui è Alessandro Haber, protagonista del cortometraggio “Preludio”, opera prima di Stefania Rossella Grassi e Tommasi Scutari. Un ruolo forte, un’interpretazione magistrale, lacerante, ossessiva e potente, dove Haber acciuffa il cuore con forza e lo frantuma, raccontando, senza mezze misure, l’ossessione e il rifiuto dell’uomo verso la donna.
Preludio è una storia difficile perché racconta cosa sia l’ossessione e come faccia da “preludio” a quello che poi diventa femminicidio.
«È una storia forte e sono felice di averla interpretata. Il cinema ha il dovere di raccontare certe verità. Quasi ogni giorno si sentono notizie raccapriccianti: donne che vengono violentate e stuprate non solo fisicamente ma anche e soprattutto psicologicamente. Basterebbe tenere a mente solo una cosa: le donne sono fondamentali, partoriscono, ci mettono al mondo. Senza di loro non saremmo niente. Bisognerebbe solo amarle con dolcezza, prenderle per mano ed esaudire le loro richieste.»
In Preludio lei è uno stupratore. È stato difficile interpretare questo ruolo?
«In Preludio porto in scena un personaggio che è anni luce lontano da me, uno stupratore per l’appunto. E proprio perché così distante mi è sembrato subito affascinante. Interpretare un personaggio così negativo, mutevole, ossessivo, è stato certamente difficile. Ma, come in tutte le cose, basta studiare, informarsi, chiedere aiuto al regista per cercare di interpretare al meglio il proprio ruolo. Se riesci a farlo esistere, allora il personaggio diventa credibile. E più sei credibile, più diventi vero. Bisogna sempre cercare la verità in quello che si fa, in ogni personaggio, positivo o negativo che sia. Sono davvero soddisfatto di aver preso parte a questo lavoro e mi sembra che il corto stia avendo un ottimo riscontro.»
Perché è così difficile amare le donne oggi?
«Probabilmente le donne oggi hanno preso coraggio, consapevolezza e coscienza della loro femminilità, ma malgrado ciò, sono diventate poco femminili. E questo è un vero e proprio paradosso. Sembra che si siano adeguate al mercato, appaiono tutte uguali ed è un peccato. Hanno perso parte della loro autenticità, non si vedono più quelle meravigliose gonne e sembra quasi che la magia del sex appeal sia andata perduta per sempre, e questo mi spiace.»
Cosa pensa dell’amore?
«Credo fortemente che l’amore trascini il mondo in tutto e per tutto. Senza quello che senso avrebbe la vita? E quando parlo di amore intendo tutto: l’amore per gli animali, per un amico, per una storia, per i popoli… l’amore nella sua accezione più grande. Senza l’amore non esisterebbe la vita. E lo dice uno che ha amato tanto e sa cosa vuol dire.»
Dove la vedremo prossimamente?
«Ho tante belle novità in arrivo. Dovrei girare un film con il giovane Samuel Di Marzo, parliamo di un’opera prima; poi farò un piccolo ruolo nel nuovo film di Fabio De Luigi, e riprenderò il teatro con “La donna del martedì” un noir che mi vede interpretare un giornalista senza scrupoli alle prese con una misteriosa donna, insieme a Giuliana De Sio per la regia di Pierpaolo Sepe. Ah, dimenticavo, sarò anche al teatro stabile di Trieste con “La coscienza di Zeno”, regia di Paolo Valeri. Insomma, ho tanti bei progetti all’orizzonte!»
© Intervista pubblicata su Visto Tv n.30 – 13 luglio 2023