Un film intenso che esplora le profondità della passione oltre le norme convenzionali di bellezza, sessualità e moralità.
Ogni corpo è diverso, ma ogni corpo ha il diritto di essere toccato, baciato, desiderato, soddisfatto e amato.
Sceneggiatura scarna, a tratti noiosa e ripetitiva; film complesso e sfrontato, quasi pornografico. Touched, secondo lungometraggio di una regista promettente, Claudia Rorarius, è un film incapace di onorare la complessità che esibisce, con due attori generosamente bravi e già vincitori del Pardo per la migliore interpretazione al Locarno Festival 2023.
In concorso alla 37esima edizione del Bolzano Film Festival Bozen, dal 14 al 21 aprile, il film restituisce una passione proibita dove i corpi si fondono in quadri di Botero e la morte si fa metafora che dimostra come il sacrificio simbolico di un uomo possa aiutare la liberazione della donna.
Touched: la trama
Maria (Isold Halldórudóttir) è un’infermiera bella e oversize che si invaghisce di Alex (Stavros Zafeiris), un uomo rimasto paralizzato dopo un incidente, che lotta per accettare la sua improvvisa, inesorabile, disabilità. Dopo averlo salvato da un tentativo di suicidio nella piscina del centro di riabilitazione, la compassione e le attenzioni per lui si intensificano. La donna inizia a provare una passione particolare e le sue cure si trasformano presto in un legame intimo che va oltre la semplice assistenza. Tra i due nasce il desiderio di esplorare una sessualità che supera i limiti del lecito, trasformandosi in qualcosa di estremamente morboso. Ma quando entrano in gioco i sentimenti, gli amanti decidono di rompere lo schema perverso della loro relazione proibita, e mentre il loro legame si approfondisce, le richieste di Alex spingono Maria al limite.
L’analisi
Provocatorio e sfacciato, disturbato e disturbante, Touched rimette in discussione l’idea di desiderio, trasformandolo in liberazione prima e devastazione poi. Sebbene la premessa sia innovativa e stimolante, non si può fare a meno di notare come la regista sprechi questo potenziale con una trama ripetitiva che non riesce a offrire ai suoi personaggi alcun tipo di sviluppo emotivo. Dopo un crescendo iniziale, in cui l’uomo e la donna imparano ad esplorare i rispettivi corpi e le complesse sfumature che ne derivano, inizia un ciclo di disincanto. Ogni ricaduta diventa più feroce della precedente, e quella che era connessione fisica e trasporto si trasforma in scontro e tossicità. Un racconto senza censure dove due anime danneggiate fisicamente ed emotivamente, diventano inquietanti e quasi fastidiose. E l’epilogo sembra già scritto.
Pornografia e ossessione
Le scene di sesso risultano troppo esplicite, fatte di masturbazione, fellatio e posizioni del Kamasutra. Un film quasi pornografico, che ritrae immagini distorte di corpi deformati che, supportati da una sapiente fotografia, appaiono quasi quadri di Botero. La bellezza di Maria scompare in quel corpo immenso, nudo e poco piacevole da vedere, anche se è proprio questa autenticità senza filtri a rendere appieno il dramma portato in scena. Un rapporto morboso, un’intimità che cresce rapidamente superando il limite di ciò che è consentito tra infermiera e paziente. Lussuria e imbarazzo, attrazione e autocommiserazione, un bisogno di amore genuino che si scontra con la difficoltà di accettare la propria immagine fisica. Amore e violenza, abuso e sofferenza. Dicotomie contrastanti dove Touched, ovvero il desiderio di toccare e di essere toccati, si trasforma in una danza mortale con quell’esplosione di brutalità che rende impossibile ogni lieto fine.
Sovversione della femminilità
La regista sceglie coraggiosamente i personaggi, segnando una svolta radicale, un vero e proprio punto di non ritorno. Assistiamo inermi al capovolgimento dello stereotipo del potere maschile e della fragilità femminile. Touched porta in scena un uomo paralizzato dal busto ai piedi e un corpo femminile sovradimensionato. Il fisico dell’attrice appare enorme, ingombrante, gigantesco, totalmente contrapposto al corpo maschile rimpicciolito, spigoloso e inerte. Un uomo che culla senza sforzo tra le sue braccia, quasi fosse un giocattolo. Tutto, nei due protagonisti, è in contrasto. Alex sembra incredibilmente piccolo rispetto alla corporatura di Maria, ma è lui che prova vergogna per il suo stato fisico, mentre Maria appare indifferente alla sua obesità. E così facendo la regista offre un punto di vista nuovo e inedito della femminilità, raramente esplorato nel cinema, e che potrebbe diventare quel cambiamento nell’immaginario collettivo che oggi manca.
La suggestione e la danza
La lentezza dell’azione e il dettaglio con cui la macchina da presa scruta e studia in maniera quasi maniacale ogni piega del corpo e goccia d’acqua sulla pelle sono affascinanti e coinvolgenti, si fanno suggestione potente rafforzata dalla sensuale fisicità dell’immagine cinematografica, esplodendo in un mix di desiderio voyeuristico e di sentita compassione. L’ipnotica estetica visiva e la recitazione impeccabile degli attori diventano l’illuminazione predominante di tutto il film. Con un tocco intelligente, la regista scava nelle mutevoli percezioni dell’amore e nello smantellamento dei sistemi patriarcali.
La danza si fa espressione del desiderio attraverso singoli brani che creano e alimentano l’atmosfera. Dal ritmo elettronico ed etereo di Lass Uns So Tun (Let Us Pretend) di Donna Regina, sulle cui note Maria esegue un balletto sensuale a casa, alla delicatezza di Time After Time di Cyndi Lauper dove Maria, con una voce piena di desiderio esprime tutta la sofferenza per quell’amore che non potrà mai avere. E poi il punto più bello, il ballo di coppia. Maria che guida l’inerme Alex facendolo volteggiare fino a quasi fonderlo con se stessa.
Un racconto di corpi
Con dialoghi limitati e trama lenta, la storia di Touched è raccontata dai corpi sfatti degli attori che comunicano il loro desiderio. Le parole assumono una dimensione diversa, diventano superflue, quasi un rifiuto, servono solo a respingere, soprattutto da parte di Alex, troppo consapevole della fragilità della sua amante. Ed è proprio qui che il film inizia a perdere il suo slancio innovativo.
Touched rimane a livello epidermico, esorta lo spettatore a fermarsi, riesaminare, riesplorare e riflettere sulle intricate dinamiche di potere, amore e trasformazione. Il tutto presentando una storia personale che risuona universalmente.
Un pezzo di cinema visivamente sovversivo che rimane nella mente per molto tempo.
Recensione pubblicata su Taxi Drivers, 19 aprile 2024
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